La Spagna è un paese ricco di tradizioni forgiate in una storia lunga e colorata, poiché le varie nazioni occupanti hanno lasciato la loro impronta indelebile sulla sua geografia molto varia. Molte di queste usanze, in particolare le più singolari, servono spesso a definire l'essenza di quei luoghi che rappresentano, al punto che oggi sarebbero incomprensibili senza di esse.
Ciò sembrerebbe anche costituire la base per la serie di documentari, Un paese a mangiare, in cui gli attori Imanol Arias e Juan Echanove visitano le zone più emblematiche di ogni provincia spagnola, evidenziandone i valori dal punto di vista culturale e gastronomico. Tuttavia, questo non vuol dire che il nostro paese viva nel passato. Al contrario, questa terra ha impiegato anni a lavorare duramente per proiettare nel mondo un'immagine di modernità e in molte aree può vantare successo. Basti citare le attuali pratiche applicate nella produzione di olio d'oliva che sono molto diverse da quelle osservate non tanti anni fa. In questo caso, la tradizione ha dato vita all'avanguardia e, con essa, al più grande salto di qualità nella storia dell'olio d'oliva in Spagna.
La provincia di Jaén, in quanto principale area di produzione nazionale, non è rimasta immune ai cambiamenti e sempre più professionisti investono in qualità applicando protocolli intelligenti e innovazione tecnologica.
Nella retrospettiva su questa regione dell'Andalusia messa insieme dal suddetto programma televisivo, l'industria delle olive è stata ritratta proprio come l'avremmo scoperta nell'ormai estinto NO-DO. Sebbene sia vero che alcuni uliveti usano ancora bastoni di legno per battere i rami degli alberi per scrollarsi di dosso il frutto, è anche vero che le attuali tecniche di raccolta sono più evolute e che molti agricoltori utilizzano moderni sistemi di vibrazione per raccogliere le olive . Questo episodio non rispecchia la realtà dato che il mulino scelto per illustrare il processo di estrazione sembrava emulare le presse che, a metà del secolo scorso, operavano con macchinari obsoleti in un contesto in cui l'igiene era per la sua assenza. Sfortunatamente, gli unici segni di progresso che sono riusciti a intrufolarsi in questo episodio non sono andati oltre l'interessante architettura di un mulino di Jaén. Punto.
Insomma, il programma si è fatto sfuggire un'occasione unica per promuovere i segreti dell'olio d'oliva e ha scelto invece di tornare ai soliti vecchi cliché di sempre. Forse così facendo mirava a giustificare la sfortunata conclusione che il file "la gente di Jaen viene da un posto con poche ambizioni ”. Una visione che, ovviamente, non condividiamo.
Gli articoli di Olivarama compaiono anche sulla rivista Olivarama e non sono curati do olive oil Times.
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